DISTURBO PRIMARIO DEL LINGUAGGIO: I TEMI EMERSI DURANTE L’INCONTRO DEL 23 NOVEMBRE SUI RISULTATI DELLA CONSENSUS
Si è tenuto sabato 23 novembre a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta (Pd) presso la Fondazione G.E. Ghirardi l’incontro di discussione dei risultati della Consensus Conference del Disturbo Primario del Linguaggio (DPL) promossa da CLASTA e FLI.
I saluti di Dino Cavinato, Direttore Fondazione G.E. Ghirardi Onlus, e gli interventi di Chiara Levorato, Maria Luisa Lo Russo, Sara Rinaldi, Alessandra Sansavini, Anna Giulia De Cagno, Andrea Marini.
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Nel 2016 la Federazione dei Logopedisti Italiani (FLI) e l’associazione scientifica CLASTA (Communication and Language Acquisition Studies in Typical and Atypical populations) hanno promosso una Consensus Conference dedicata alla diagnosi e al trattmento del Disturbo Primario del Linguaggio. Hanno partecipato una pluralità di associazioni scientifiche e professionali, oltre a clinici con comprovata esperienza clinica, e ricercatori accademici autori di studi
scientifici sull’argomento.
Il tema della Consensus riguarda quello che precedentemente veniva denominato Disturbo Specifico del Linguaggio: il cambiamento nella denominazione deriva da ciò che la ricerca scientifica ha dimostrato ampiamente, ossia che si tratta di un disturbo primario, in quanto non associato o derivante da altri disturbi, ma non specifico, in quanto tende a presentarsi assieme ad altre vulnerabilità.
Il Disturbo Primario del Linguaggio è il disturbo del neurosviluppo più frequente in età prescolare (i dati epidemiologici indicano un 7% della popolazione, in maggioranza maschi). Esso consiste nella difficoltà ad acquisire la lingua cui il bambino è esposto; può presentarsi con diversi gradi di gravità: a volte riguarda solo la capacità di esprimersi in modo corrett, ma nei casi più gravi e più difficili da trattare perché coinvolge anche la comprensione linguistica.
In molti casi prelude alla comparsa di dislessia in età scolare; in altri casi il recupero della capacità linguistica avviene spontaneamente, anche se in ritardo rispetto a quanto avvenga nello sviluppo normale. Tuttavia, secondo la letteratura più recente, anche in questi casi si possono manifestare conseguenze a lungo termine: coloro che in età prescolare hanno avuto il disturbo sono più spesso soggetti ad abbandono scolastico, hanno maggiori difficoltà di adattamento sociale, uno scarso senso di autoefficacia e accedono ad attvità lavorative meno soddisfacenti. Tutte queste conseguenze hanno origine dalla difficoltà a comunicare e a comprendere o farsi comprendere da genitori, fratelli e sorelle, amici e insegnanti.
La diffusione del disturbo e l’impatto negativo sullo sviluppo del bambino impone di identificare precocemente i bambini a rischio al fine di garantire loro una vita di qualità, ridurre i costi dell’intervento socio-sanitario e programmare e attare politiche pubbliche adeguate.
La Consensus Conference, che è una metodologia utile per affrontare temi di interesse medico-sociale, ha avuto l’obiettvo di affrontare a queste problematiche, cominciando con l’individuazione di risposte adeguate in tema di diagnosi e trattmento.